Quando ad aprile 2015 il Consiglio Regionale della Sardegna approvò un emendamento per abilitare i centri storici dei Comuni all’acquisizione di ruderi in disuso privati, nessuno poteva immaginare che questi potesse trasformarsi in un vero e proprio progetto di rilancio per alcune realtà locali.
Eppure il Comune di Ollolai ha fatto scuola grazie il successo riscosso dalla sua iniziativa “case a un euro”. A partire da giugno 2015 il Comune inizia ad acquisire immobili del centro storico in disuso, ceduti dai proprietari ad un prezzo simbolico e li mette in vendita al simbolico prezzo di 1 euro. L’unico obbligo del privato acquirente è quello di recuperare l’immobile entro un lasso di tempo concordato.
I primi privati ad usufruirne sono state 2 famiglie locali, ma il vero e proprio “botto” è stato raggiunto grazie alla grande risonanza che il progetto ha avuto in Olanda. Sì, proprio in Olanda. Nell’estate del 2016 l’inviata della tv olandese RTL Eveline Rethmaier realizza un documentario sulla Sardegna accennando anche alle “case a 1 euro” del Comune di Ollolai. Il mito che circonda la nostra penisola fa il resto.
Dopo il servizio, il paese è affollato da coppie di olandesi in visita per valutare l’acquisto e la ristrutturazione di ruderi. Nel frattempo RTL si interessa sempre di più alla Sardegna, realizzando ad aprile 2017 una trasmissione televisiva che raggiunge il milione di ascolti. Da allora Ollolai, oltre che meta di “turismo immobiliare” è diventata una vera e propria meta per gli olandesi, permettendo un fiorire di attività turistiche mai visto nel piccolo paese dell’entroterra sardo che diventa un vero e proprio polo di turismo esperienziale. Non è finita qui. Tramite il contatto di alcuni olandesi con uomini d’affari ucraini, si prospetta per Ollolai anche una possibilità di rinascere sotto il profilo manifatturiero, dato l’interesse imprenditoriale manifestato da questi ultimi.
L’attività di ristrutturare case a Ollolai è anche diventata un reality show in Olanda, con la partecipazione di diverse giovani coppie.
Ad oggi i numeri parlano chiaro: 500 domande presentate da privati per venti case disponibili. Due case sono già state ristrutturate, di cui una adibita a B&B, altri tre immobili in fase di assegnazione e si è ravvivato il mercato delle compravendite immobiliari anche al di fuori del centro storico.
Un case-study molto interessante, che dimostra la potenzialità del nostro paese e come spesso basti poco, sia a livello di abilitazione istituzionale che a livello di promozione, per rilanciare un piccolo borgo. Chissà che non sia d’esempio per le tante realtà rurali dell’Italia che affascinano gli stranieri di tutto il mondo.
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