Quante volte hai pensato di mettere in affitto quell’appartamento ereditato, oppure quella seconda casa acquistata come investimento, che invece è rimasta solo una proprietà parcheggiata a tempo indeterminato? Certamente l’idea di mettere a reddito una seconda casa inutilizzata, potrebbe per molti rappresentare un’entrata mensile utile per affrontare spese impreviste e, perché no, arrotondare il netto in entrata a fine mese.

Durante la lettura parleremo di affitto, focalizzandoci però su di una particolare tipologia contrattuale che potrebbe portare non pochi benefici: il contratto di affitto a canone concordato. Ne hai mai sentito parlare?

Nel 2020, in Italia, è stato verificato che circa la metà della popolazione over 40 possiede almeno due case di proprietà sul territorio nazionale.

Allora, è bene forse pensare che queste proprietà immobiliari potrebbero diventare utili fonti di entrate attive e non essere lasciate abbandonate alle intemperie ed all’usura del tempo senza essere utilizzate.

È proprio grazie ad un trend sempre più dilagante, che scegliere di abitare in una casa in affitto è diventato un must per tantissimi italiani, soprattutto tra i più giovani.

Allora, che tu sia il proprietario di una seconda casa da locare, oppure un potenziale inquilino interessato a saperne di più sull’iter da seguire, questa guida è la lettura giusta!

La prima domanda a cui rispondere necessariamente è: il contratto di affitto ad uso abitativo, può essere stilato solo in un’unica maniera? La risposta è no. In Italia, esistono infatti diverse strade per un proprietario (e quindi per un inquilino) di gestire l’iter burocratico legato ad un contratto di locazione… basta solo conoscere le differenze e scegliere quello più conveniente.

Nonostante il protagonista di questa lettura sia il contratto di affitto a canone concordato, è bene fare una breve e concisa premessa su quello che comunemente viene invece chiamato contratto d’affitto a canone libero e che, sicuramente, la maggior parte dei nostri lettori già conosce.

Trova l’agente immobiliare che fa per te!

Clicca qui!

 

Il classico contratto d’affitto ad uso abitativo a canone libero

Non ci dilungheremo, ma una premessa in merito è d’obbligo, non fosse altro per comprendere al meglio il secondo tipo di contratto di cui parleremo di qui a breve, per confrontare le due tipologie proprio alle esigenze specifiche del tuo caso.

Nel segmento legato alle locazioni immobiliari, il contratto di affitto a canone libero è certamente quello più conosciuto, ma forse ad oggi non quello più utilizzato.

Puoi facilmente intuire infatti che con questa scelta si intende un accordo tra le parti in cui entrambe siano libere di decidere ogni aspetto legato al contratto. In buona sostanza, il fulcro su cui si basa questa scelta contrattuale è che si potrà decidere in maniera totalmente autonoma l’importo che l’inquilino dovrà corrispondere mensilmente al proprietario locatore.

Questo genere di contratti, regolati dalla legge 431 del 1998, sono conosciuti anche con il nome di “contratti 4+4”. Si tratta di accordi tra le parti che si mettono in atto soprattutto nei casi di condizioni abitative stabili e non transitorie.

Un’alternativa da conoscere e valutare per chi invece ha bisogno di un contratto transitorio e magari di breve durata, è proprio quella legata al contratto di locazione a canone concordato.

Perché il contratto a canone concordato risulta ad oggi essere invece una delle scelte più vantaggiose per chi sceglie di mettere in affitto il proprio immobile?

È chiaro che ogni situazione dovrà essere analizzata secondo le casistiche e le esigenze di ognuno, però è certamente consigliato valutare come opzione primaria quella di procedere con il contratto di affitto a canone concordato.

Non temere, stiamo per svelarti tutti i benefici di questa scelta e, che tu sia il proprietario di casa oppure l’inquilino, acquisirai il giusto metro di paragone per decidere liberamente quale tipologia di contratto fa per te.

 

Affitto a canone concordato: come funziona e perché sceglierlo

Fino ad ora abbiamo solo fatto alcuni cenni ad esso, ma adesso è davvero arrivato il momento di presentartelo: il contratto d’affitto a canone concordato.

  • Come funziona?
  • Perché sceglierlo?

Andiamo per ordine e partiamo quindi dall’inizio: ecco spiegato in parole semplici e chiare come funziona l’affitto a canone concordato (e perché sceglierlo).

È proprio grazie ai provvedimenti presi con la legge di Stabilità del 2016, che questa formula di accordo contrattuale è in realtà diventata tra le più convenienti per sancire un contratto di locazione ad uso abitativo. Non solo per le modalità, ma anche e forse soprattutto in virtù di tutti quei benefit fiscali di cui sia proprietario che inquilino potranno usufruire.

Il contratto a canone concordato è regolamentato dalla legge n.31 del 1998. Questo tipo di contratto, per poter essere valido come contratto concordato, deve essere vidimato dalle associazioni di categoria firmatarie degli accordi locali.

Questa sostiene che le parti debbano appunto concordare la cifra relativa al canone di locazione affidandosi a delle tabelle di riferimento, nelle quali si definiscono dei parametri economici minimi e massimi che si rifanno alla zona, alla durata temporale dell’accordo ed alla tipologia di immobile in questione.

I parametri del canone concordato sono stilati da particolari accordi territoriali tra organizzazioni di proprietari di immobili ed inquilini. È bene sottolineare che, nonostante sia in forte aumento la scelta di affidarsi al contratto di locazione a canone concordato, esistono delle aree geografiche in Italia in cui questi parametri di mercato non sono ancora stati stabiliti. Sarà proprio in quelle particolari aree geografiche che il contratto di affitto a canone concordato non potrà essere sottoscritto dalle parti.

Questo particolare contratto è nato per evitare discordie tra le parti e garantire quindi un accordo che potesse essere quanto più fluido ed omogeneo possibile.

Non solo, come già precedentemente anticipato, le motivazioni per cui scegliere questa formula sono anche e forse soprattutto di natura fiscale.

Si dà il caso infatti che per il proprietario che sceglie il canone concordato, gli sgravi fiscali siano:

  • Riduzione della base imponibile per IRPEF e imposta di registro;
  • Riduzione IMU e TASI al 75% (Comuni indicati nel DM 16/1/2017)
  • Cedolare secca al 10%

E l’inquilino di cosa potrà beneficiare? I vantaggi per gli inquilini a canone concordato non saranno da meno. In primis certamente vi è la possibilità di usufruire di un canone d’affitto più concorrenziale e competitivo rispetto ai valori medi di mercato.

Non da meno, qualora la casa in questione sia utilizzata come abitazione principale, si potrà godere di una detrazione dell’imposta per i redditi derivanti dall’Irpef di € 495,80 se il reddito complessivo non supera € 15.493,71.
Oppure, se il reddito complessivo è superiore a € 15.493,71, ma non superiore a € 30.987,41, la detrazione è dimezzata e dunque pari a € 247,90.

 

Affitto a canone concordato: ecco tutto quello che dovrai ricordare

Abbiamo trattato l’argomento in termini quanto più lineari e semplici, per spiegare a tutti come funziona l’affitto a canone concordato e perché questo sia tra i più quotati in Italia.

Prima di salutarci, abbiamo però il dovere di sottolineare gli ultimi ma imprescindibili aspetti legati a questa formula contrattuale.

Da ricordare:

  • La registrazione del contratto è sempre obbligatoria e deve essere effettuata entro 30 giorni dalla stipula, pena la nullità del contratto
  • Per la stipula del contratto a canone concordato è obbligatorio l’uso di modelli predisposti dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti
  • Allegare la certificazione energetica dell’edificio e la dichiarazione di conformità degli impianti (obbligatorio per poter procedere alla registrazione del contratto senza incorrere in sanzioni)
  • Allegare l’attestazione della rispondenza del canone ai contenuti degli accordi (requisito necessario per accedere alle agevolazioni fiscali)
  • Specificare “Opzione cedolare secca” per avvalersi di questa agevolazione fiscale

 

Registrazione contratto: qualche utile suggerimento

Di contratti di locazione nel loro senso più generico, ci siamo già interessati durante diverse letture utili e pratiche proprio per chi come te, si approccia a questo mondo da neofita. Un aspetto dunque già in parte trattato ma che è sempre bene ricordare, è proprio quello legato alla modalità di registrazione contrattuale.

Se scegli di farti seguire durante la pratica da un professionista esperto del settore immobiliare, allora lui e lei saprà certamente adempiere a dovere a questo compito. Diversamente invece, se stai agendo in totale autonomia, allora forse sarà utile qualche suggerimento in merito.

Come registrare un contratto di locazione? Bisognerà in primis compilare il modello RLI, acronimo che sta per “Registrazioni Locazioni Immobili”.

>> Scarica qui il modello RLI

È una pratica che naturalmente dovrai portare avanti se sei il proprietario dell’immobile, mentre nel caso in cui tu sia l’inquilino, non sarà tuo compito occupartene.

Dopo aver adeguatamente compilato il modello sopra citato, le strade da percorrere sono tre:

  1. Avvalerti di un agente immobiliare abilitato che segua per te la pratica (come già anticipato)
  2. Di persona, presso l’ufficio dell’Agenzia delle Entrate
  3. Online, utilizzando i servizi telematici degli uffici dell’Agenzia delle Entrate

Affitto a canone concordato: sei adeguatamente preparato? Ora, crediamo di sì!

Ci siamo, abbiamo mixato per bene una serie di informazioni per te utili ai fini della scelta contrattuale per la locazione. Abbiamo scelto di focalizzarci sui principali aspetti legati al contratto di affitto a canone concordato proprio per lasciarti ampia libertà di scelta sulla tipologia contrattuale che farà maggiormente al tuo caso.

Un’ultima e forse obbligatoria rapida analisi riguarda però la situazione relativa alle grandi città in Italia.

Metropoli come Roma o Milano rappresentano infatti delle eccezioni particolari per il settore immobiliare in genere.

Per quel che riguarda il caso specifico delle locazioni ad uso abitativo, il Comune di Milano prevede la possibilità di sfruttare la tipologia del contratto a canone concordato anche per le locazioni relative alle singole stanze in appartamento. Per quel che riguarda la Capitale invece, Roma rappresenta un Comune in cui il concordato è in linea con i prezzi reali di mercato: quello che occorre ricordare però è che se l’appartamento in questione è ammobiliato, sarà previsto un aumento di canone fino al 20% rispetto al concordato.

E adesso? Ora hai tutte le informazioni utili per decidere, non ti resta che passare alla stipula del tuo nuovo contratto!

 

Trova il tuo perfetto agente immobiliare!

Clicca qui!

 

Redazione WeAgentz

WeAgentz, il miglior blog immobiliare in Italia (Real Estate Awards)
La redazione del blog di WeAgentz raccoglie sin dal 2015 le notizie più rilevanti in ambito immobiliare, ponendosi come guida imprescindibile sia per i professionisti ed operatori del settore che per il consumatore finale.
Il blog è nel tempo divenuto un vero e proprio punto di riferimento per l'agente immobiliare, specie nei campi della digitalizzazione e delle tecnologie innovative applicate al Real Estate, fino alla consacrazione come "Miglior blog immobiliare" in Italia all'ultima edizione dei Real Estate Awards.
La redazione del blog vede collaborare quotidianamente, per la redazione degli articoli e delle consuete rubriche, professionisti che operano in vari ambiti, allo scopo di mantenere costantemente la massima qualità dei servizi offerti.
Linkedin - Facebook