Siamo immersi in un’era in cui nel mondo del lavoro si cerca di sostituire sempre di più l’uomo con la macchina, il rapporto umano con l’utilizzo di Internet e delle app, i servizi tradizionali con altri più snelli ed automatizzati che mettono in ogni caso da parte o limitano l’intervento delle persone. A livello globale siamo praticamente nell’era della disintermediazione, lo sentiamo ripetere da tempo e da anni ne vediamo gli effetti.
Airbnb, Blablacar, Uber sono solo alcuni esempi mainstream di come il web permetta la disintermediazione di attività umane nei settori più disparati. E nell’immobiliare?
Oggi i moderni portali di annunci permettono anche ai privati di pubblicizzare i propri immobili. Con Google Ads e Facebook Ads i privati possono aumentare la visibilità dei propri annunci anche tramite il paid advertising. Banalmente anche Facebook è in parte diventato uno strumento di disintermediazione. È noto infatti come, nei gruppi, si incontrino domanda ed offerta immobiliare, in particolare nel mercato degli affitti brevi, innescando una dinamica per la quale il cliente, in molte realtà, inizia ad essere culturalmente abituato all’idea di trattare direttamente con il padrone di casa.
A questo punto la domanda che dovrebbe sorgere spontanea a qualsiasi agente immobiliare è: quali sono le nuove opportunità di differenziazione ed infine di guadagno per l’agente immobiliare moderno?
La risposta è semplice: sono quelle attività per cui un agente immobiliare non potrà mai essere sostituito, proprio perché soltanto lui le sa eseguire con professionalità: i servizi. Te ne abbiamo parlato anche in una delle nostre recenti news.
Premesso che, a seconda dello specifico mercato di riferimento, le modalità di monetizzazione nell’immobiliare sono molteplici, i dati dell’ultimo report di Scenari Immobiliari “I servizi immobiliari in Italia e in Europa” parla chiaro: il nostro paese ha difficoltà a favorire l’intermediazione. Solo il 55% delle transazioni retail tra privati passa attraverso l’intermediazione immobiliare.
Come si legge nel report infatti:
“I clienti non sono più disposti a pagare una provvigione a fronte di un servizio che viene percepito come una semplice “informazione” immobiliare, reperibile on line, ma richiedono un numero crescente di servizi aggiuntivi. L’agente immobiliare tradizionale, dunque, si è gradualmente trasformato in consulente immobiliare, il cui ruolo competitivo si gioca sulla capacità di offrire un vasto numero di servizi tecnici, finanziari e assicurativi connessi alla filiera”
Insomma, la nuova miniera d’oro dell’immobiliare sono i servizi. Ad oggi l’advisoring rappresenta mediamente il 25% del fatturato degli agenti immobiliari, ma se guardiamo ai paesi anglosassoni come benchmark per lo sviluppo futuro del mercato nostrano, la direzione è inequivocabile. Dato il ruolo sempre più determinante di internet nell’intermediazione, saranno i servizi ad avere più peso nell’offerta e rappresenteranno un elemento differenziante sempre più rilevante per il cliente.
In Italia, soltanto negli ultimi dieci anni, i ricavi derivanti dai servizi immobiliari sono cresciuti del 10,9%, più doppio delle compravendite immobiliari (+4,8%).
Secondo quanto riportato da Mario Breglia, fondatore di Scenari Immobiliari, nella presentazione del rapporto, il peso del comparto immobiliare continua a crescere, trainato anche dal comparto dei servizi e si attesta, ad oggi, al 19% sul Pil.
Nonostante la forte crescita, i servizi immobiliari in Italia fatturano “soltanto” 43 miliardi di euro, un dato comunque ben inferiore rispetto al resto d’Europa.
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Fonte: EZ Rome
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