Benvenuto su Digital RE, la nuova rubrica del blog di WeAgentz curata da Michele Schirru, esperto di PropTech e nuove tecnologie digitali legate al mondo immobiliare.

In questo primo articolo di Digital RE, si parlerà dell’impatto e dell’effetto domino, attuale e prevedibile nel prossimo futuro, che potrebbe generare l’ingresso dei principali colossi mondiali della tecnologia nel settore immobiliare.

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Con tutti i loro dati e le loro risorse, potrebbero i personaggi del calibro di Google, Facebook e Amazon diventare delle potenze immobiliari globali?

In altre parole, c’è qualcosa che impedisce ai giganti della tecnologia, come Apple, Google, Facebook e Amazon, di diventare le forze leader nel settore immobiliare?

Di certo hanno i soldi e lo status per fare un ottimo lavoro. Forse, cosa ancora più importante, hanno tutti i dati!

Dati che attualmente vendono ad altri. Ma se cominciassero a conservarli per loro stessi ed a farne uso, cosa accadrebbe?

Nuove potenze immobiliari?

Cominciamo dando uno sguardo allo scenario attuale

Le prime avvisaglie nel marzo 2019 con il piano di acquisizione di Redfin, poi nel luglio 2019, una notizia bomba: sarà vero? Amazon ha davvero varcato la soglia dell’immobiliare?

Sì, Amazon ha cominciato una collaborazione con Realogy: giusto per capire di chi stiamo parlando, l’azienda è leader del settore immobiliare negli Stati Uniti ed è proprietaria dei marchi Century21, Coldwell Bankers, Sotheby’s International Realty, ecc…

Su Forbes, scrivono: “L’offerta – soprannominata TurnKey permetterà agli acquirenti in 15 città di connettersi istantaneamente con un agente immobiliare abilitato di alto livello nella zona. In cambio della chiusura con quell’agente, otterranno da 1.000 a 5.000 dollari in prodotti per la casa, servizi e altri vantaggi”.

Certamente non è proprio il tipo di impegno che ci si potrebbe aspettare di vedere da un’azienda multimiliardaria come Amazon, ma è vero che le cose vengono un passo alla volta. Perché rischiare con un ingresso diretto quando posso usare qualcun altro per testare il mercato?

E che dire di Google? Hanno mai provato a impegnarsi nel settore immobiliare? Beh, non nello specifico, ma ci sono certamente alcune cose interessanti da menzionare.

Ricordate Google Real Estate, l’innovativo servizio che era in grado di mostrare le proprietà disponibili su una mappa? Questo progetto non ha avuto grande impatto e, come tale, è stato chiuso nel silenzio generale.

Ma non finisce qui. In realtà, Google Real Estate era solo un punto di partenza.

Possiamo guardare ad uno strumento chiamato “Google My Businesse vedere chiaramente quanto sia utile per il settore immobiliare. In particolare per gli agenti immobiliari, in quanto si inseriscono perfettamente nel modello con cui funziona lo strumento di Google: sono localizzati sul territorio e sono ricercati dagli utenti – cioè da potenziali acquirenti e venditori.

Questo è un segno forte che dimostra come Google si sia impegnato a tracciare una linea di
demarcazione, una nuova direzione che può dare agli agenti immobiliari un mercato alternativo.

Tradotto, significa che il traffico e potenziali lead vanno direttamente agli agenti piuttosto che ad un portale di intermediazione.

E non dimentichiamo che Google offre una piattaforma pubblicitaria, Google Ads (precedentemente noto come Adwords), che permette ai professionisti del settore immobiliare di essere trovati dai loro potenziali clienti tramite ricerche per parole chiave e non solo.

Così, da un lato si ha la portata organica e dall’altro la soluzione pay-per-click. Ma non è finita qui. Come dimenticare YouTube?

Immensa ricchezza, immenso potere.

Google, Facebook, Apple e Amazon possono diventare dei Big Player dell’immobiliare?

Innanzitutto, Google ha a disposizione somme di denaro impensabili per la ricerca di innovazioni, e anche molto per iniziare seriamente a investire e ad espandersi in nuovi settori e nuove idee di business. Ad esempio, da diversi anni ormai, Google sta investendo un’enorme quantità di risorse nella realtà aumentata (AR).

Riuscite a immaginare quanto grande sarà l’AR per il settore immobiliare tra cinque anni? Se Google ha il miglior software di realtà aumentata, il più avanzato ed il più accessibile, non possiamo davvero sottovalutare l’influenza che questo potrà avere sul settore immobiliare globale.

Google gestisce anche investimenti redditizi in startup attraverso Google Ventures, in particolare il programma Google For Startups al quale, tempo fa, ho partecipato io stesso con una startup di cui facevo parte.

Anche in questo modo, hanno il potenziale per diventare sempre più influenti nel settore PropTech ed immobiliare in generale.

La cosa più importante da guardare è l’ambizione che sia Amazon che Google hanno di entrare nel maggior numero possibile di salotti.

Gli smart speakers stanno diventando sempre più popolari, le nostre case sono sempre più collegate a internet, ai nostri telefoni cellulari ed alle nostre applicazioni.

I dispositivi Amazon e Google saranno probabilmente i più diffusi, ma anche Facebook non scherza dal punto di vista della dimensione della sua ragnatela. Si stima che l’azienda abbia oltre due miliardi di utenti in tutto il mondo. Come può un database di questa dimensione non avere un valore incredibile per i professionisti del settore immobiliare che cercano di concludere più affari?

Facebook offre alle aziende una rara alternativa all’algoritmo di Google Ads che, sostanzialmente, favorisce chi ha più soldi da spendere in pubblicità. Facebook è il posto giusto per le PMI del settore immobiliare, anche perché la piattaforma (che include Instagram) è molto popolare anche tra gli acquirenti ed i venditori stessi, fornendo al settore un pubblico molto “committed”.

Ogni marketer sa che non è possibile gestire una campagna pubblicitaria mirata ed efficiente se non si utilizzano sia gli annunci di Google che quelli di Facebook, in gran parte a causa della grande diversità demografica che le due aziende attraggono.

Il potenziale di Facebook aumenta se si considera il già citato potere del video nel mondo moderno. Sì, YouTube è una forza trainante, ma avete notato quanto Facebook ci stia spingendo intensamente verso i contenuti video?

Ora abbiamo a disposizione connessioni internet più veloci e più stabili, gli smartphone sono sempre più spesso dotati di piani dati abbondanti e l’immediatezza dei contenuti video viene sfruttata da ogni industria del pianeta: il settore immobiliare non fa eccezione.

Finora, questa è stata una semplice panoramica di ciò che questi giganti della tecnologia hanno già fatto e potrebbero fare con gli strumenti già disponibili. È importante rendersi conto di quanto resta ancora da fare…

Parliamo dei dati, o meglio dire Big Data, una miniera d’oro

Noi, in tutto il mondo, forniamo dati come se non ci fosse fine e se non ci fosse alcun danno.

Ogni volta che carichiamo un video, pubblichiamo un articolo, commentiamo una foto, offriamo informazioni come la nostra età e la nostra città natale – anche qualcosa di semplice come quando “ci piace” una pagina in particolare, regaliamo informazioni preziose. Lo stesso vale per le nostre ricerche immobiliari.

Tutte queste informazioni possono essere utilizzate dalle società di dati per il bene e, purtroppo, per il male.

Questo stock di informazioni molto rilevanti è una miniera d’oro per aziende come Google e Facebook.

Se sanno cosa ci piace e cosa non ci piace, dove viviamo e dove i nostri figli vanno a scuola, possono utilizzarli per un migliore orientamento.

Se fatto bene, in teoria, questo è l’uso più accettabile dei dati personali che abbiamo ideato, una pubblicità altamente mirata. È accettabile perché può fornire un’esperienza d’uso migliore e un percorso d’uso più efficiente. Vincono tutti.

Oggi, questi giganti della tecnologia, vendono le informazioni che ricavano dai “data” principalmente attraverso le loro piattaforme pubblicitarie, ma cosa impedisce loro di usare queste informazioni per alimentare direttamente la propria attività, oppure di venderle a beneficio degli altri?

In altre parole, cosa impedisce ad Amazon di diventare anche un portale immobiliare?

Cosa impedisce a Facebook di espandere le sue funzionalità e di diventare un marketplace? Ops, l’hanno già fatto! Oggi, è possibile vedere migliaia di proprietà pubblicizzate su tutta la piattaforma.

Va da sé che Google potrebbe probabilmente fare tutto quello che vuole! Portali immobiliari, marketplace, persino agenzie immobiliari online…

Tutte queste aziende hanno un immenso potere finanziario, competenze ed informazioni. Possono iniziare a competere con i professionisti locali, gli agenti online, i portali e persino con le più grandi società immobiliari. Potrebbero prendere il controllo di un’enorme fetta del settore immobiliare.

Il settore immobiliare è uno dei pilastri principali di ogni economia sviluppata.

All’inizio del 2016, il team di ricerca di Savills World Research ha riferito che il valore del settore immobiliare globale aveva superato i 217 trilioni di dollari. Questo lo rende un settore estremamente interessante per le aziende che cercano di aumentare le loro entrate.

Proprio come una Ferrari, tutti vorrebbero saltare a bordo ed iniziare a guidare.

In conclusione, quanto è realistico tutto questo?

Non credo che questa escalation/evoluzione immobiliare sia inevitabile.

Le grandi aziende tecnologiche sono molto concentrate sui loro interessi e sul proprio core business, i prodotti e i servizi che compongono questo nucleo hanno un costante bisogno di essere monitorati e migliorati.

Personalmente, nonostante tutto il potenziale che c’è, dubito che sia all’orizzonte uno spostamento massiccio e decisivo verso il settore immobiliare.

È più probabile che queste grandi aziende entrino a far parte di “progetti collaterali” che le vedranno investire e collaborare con le piccole imprese immobiliari o PropTech per risolvere i problemi comuni del settore.

Quello che non ci sarà è un’attività immobiliare con il loro nome sulla porta.

Vendere i loro dati è un compito molto più facile che analizzarli ed agire per conto proprio, più facile di tutti gli sforzi necessari per posizionarsi in un nuovo mercato.

Se si guarda con cinismo, si può anche dire che la vendita di dati ad altre aziende attenui anche la responsabilità di questi giganti della tecnologia nei confronti del consumatore, facendo ricadere la responsabilità sugli altri, che si concentrano sempre di più sui desideri, le esigenze e le personalità specifiche di tutti noi.

E voi che ne dite? Cosa ne pensate? Credete che i giganti della tecnologia avranno presto un ruolo di primo piano nel settore immobiliare?

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Michele Schirru

Marito e papà di due bellissimi bimbi.
Nel corso degli anni si è verticalizzato in: immobiliare, tecnologia e digitale, multimedia, web & graphic design.
Autore del libro "Puntare sugli immobili a reddito", un manuale per investimenti immobiliari.
Lavora nel settore immobiliare dal 2007, professionista in compravendita, locazione e property management, con esperienza sia nel mercato italiano che inglese.
Dal 2016 approda sul web con micheleschirru.it, focalizzandosi prima sugli investimenti immobiliari a reddito e poi ampliando la tematica sul Digital, offrendo consulenza alle società immobiliari in materia di marketing e strategie digitali.
A cavallo tra il 2018 ed il 2019, partecipa alla startup SkyCasa.it, tra i primi esperimenti di agenzia immobiliare online in Italia.
Dal 2019 scrive per la piattaforma globale leader del matching per proptech, Unissu.
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